giovedì 18 gennaio 2018

Sintesi finale

Il corso di "Storia delle cose. Anatomia e antropologia degli oggetti" è stato tenuto al Politecnico di Torino dal Professore Vittorio Marchis col fine di far trattare agli studenti il tema delle "cose artificiali".
Ogni studente ha dovuto creare un blog, con cui ha avuto modo di approfondire una cosa artificiale.

Io ho scelto il tema della pelliccia artificiale.

Inizialmente si è dovuto definire bene la cosa, prima in italiano, poi in altre lingue a noi gradite, per avere una visione più completa della stessa.
Fatto ciò si è passato a definirne una prima mappa concettuale, per poter entrare meglio nell'ottica della cosa scelta.
na volta ispezionata schematicamente si sono dovute ceUrcare apparizioni in articoli di giornale, per capire come la nostra cosa entri in contatto con stampa e attualità.
Delineata questa prima fase si è passato più nello specifico, andando a capire quali sono gli elementi della cosa artificiale, e ad osservare quali sono le differenze tra la cosa artificiale e la sua corrispondenza naturale, differenze in ottica di materialiforme e funzioni.
Dopo aver capito com'è fatta la cosa e quali sono le sue peculiarità si sono cercate apparizioni in differenti contesti, come narrazioniletteratura narrativamusicacinema fumetti, per renderci conto di come la cosa venga trattata in contesti differenti tra loro.
Passata la fase di esplorazione della comunicatività della cosa si è passati al controllo degli argomenti più tecnici, quali i suoi numeri, dove si sono analizzate le sue grandezza fisiche, le sue statistiche, con i grafici ad esse correlati e le sue specifiche.
Sono stati anche ricercati i simboli legati alla nostra cosa artificiale, importanti ma spesso poco considerati per conoscere appieno la cosa.
Si è osservato il nesso tra i simboli appena trovati e i rischi associati, scoprendone molti che si pensavano invece di poco conto.
Dopo queste ricerche si è andato ad osservare quali sono le tecnologie utilizzate per produrre la cosa artificiale, o contenute in essa, e quali sono le principali industrie che si occupano di produrre ciò.
Interessante è stata la ricerca dei brevetti presenti in commercio.
Finite queste ricerche si è andati ad osservare il lato sociologico della cosa, delineando i luoghi in cui è presente, chi è che fa utilizzo abitualmente della cosa e quali sono i modelli presenti nella quotidianità, reali, virtuali, culturali e sociali.
Al termine è stato redatto un glossario trilingue con all'interno una serie di parole chiave della cosa, espressi in italiano, inglese e francese.
Infine è presente un abbecedario, con relativa spiegazione dettagliata.

La stesura di questo blog ha necessitato di molto tempo, ma è risultato ben speso, in quanto ho ampliato notevolmente le mie conoscenze in ambito di pellicce artificiali.
Inizialmente è stato piuttosto faticoso, non avendo io mai creato un blog, ma gli argomenti da osservare dettati dal professore hanno guidato con grande utilità, spingendomi a fare ricerche sempre più complesse e specifiche, facendomi appassionare all'argomento, oltre che arricchendo il mio bagaglio culturale.

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